13 ago 2012

Italia sì, Italia no. Vivere in Alto Adige.

Sono in molti a fare l'errore di pensare che dove vivo, l'Alto Adige, sia un posto popolato solo da uno strano tipo di umanoide che dice bonCCiorno, Würstel e Crauti e basta.
Spero di non incartarmi blaterando inutilmente e spero che questo post possa fare un po' di chiarezza sulla questione altoatesina: il retrogusto rimarrà quello dello sfogo personale, ma un po' di informazione non fa mai male, credo.

Se guardo le Olimpiadi mi emoziono per ogni medaglia vinta e mi arrabbio per ogni medaglia persa, se gioca la nazionale tifo per l'Italia, espongo la bandiera e vado a festeggiare in centro urlando e cantando, emozionata e commossa insieme ad un sacco di altri altoatesini.
Durante le partite, trattengo il respiro e arrivo a stare male se le cose non vanno come dovrebbero.
Molti amici e amiche "del resto della penisola", criticano aspramente chi come me, ama guardare la Nazionale (di calcio, pallavolo, pallanuoto ecc. ecc) e ne festeggia i risultati a suon di clacson , perchè con l'Italia in crisi, gli stipendi dei giocatori che sono esageratamente imbarazzanti, i precari, gli inciuci e i poveri operai che devono lottare per non perdere il lavoro, non pare proprio il caso.
Ok, ma a me, guardare lo sport e sentirmi "orgogliosa" di essere italiana, piace. Dove sta il problema?
Sono orgogliosa della nostra politica, della deriva che abbiamo raggiunto in questi ultimi decenni di Stato indecente? No.
Sono fiera di essere rappresentata da parlamentari che si fanno di coca o che hanno sulla loro testa condanne pendenti? No.
Sono felice di come siano trattati gli operai o noi cittadini? No.
Ma mi sono anche rotta le scatole di tutte queste persone "corrette". Se tutti facessero ciò che scrivono o urlano nei social network, rivoluzioni comprese, le cose cambierebbero prima e non ci sarebbe bisogno di fare polemiche che rimangono sterili.
Parlo per me: riesco a far convivere lo sdegno per la politica, la speranza in un nuovo futuro e il rumore di un clacson festeggiante, in maniera assai equilibrata, strano ma vero.
Vivendo qui poi, il sapore della vittoria della Nazionale o dell'atleta italiano, ha un gusto molto particolare, difficile da spiegare.
Io sono italiana e come me, tutti gli altoatesini sono italiani a tutti gli effetti.
Ci sono alcune persone che sognano l'annessione o il ricongiungimento con il nord Tirolo, ma a parte questo e fino a prova contraria siamo italiani.
Tifiamo quasi tutti per la Nazionale Italiana, a parte qualche imbarazzante  eccezione.
Le occasioni per una meravigliosa convivenza ci sarebbero tutte, compreso il festeggiare la vittoria della Nazionale, ma esiste la politica.

I nostri bambini sono divisi per appartenenza a questo o l'altro gruppo linguistico a scuola e per imparare l'altra lingua, la devono inevitabilmente studiare. Esistono certamente molte attività mistilingue ed in realtà, nella vita vissuta e reale, la divisione è molto meno percepibile di quanto si pensi.
Dicevo prima, che sarebbe bello convivere in pace, ma cosa c'è che ci divide così nel profondo, o meglio, siamo davvero divisi così profondamente o ce lo fanno credere solo per interesse?
Abbiamo bisogno di una partita di calcio per sentirci italiani? A questa domanda rispondo subito: anche.
Una partita di calcio tira fuori l'italianità sopita, un bisogno di appartenenza o chissà che cavolo di ragione strana, fa in modo che davanti ad una partita di calcio ci si senta orgogliosamente ITALIANI (penso ai Mondiali del 2006 e credo che i festeggiamenti a Bolzano, siano stati fra i più belli e sentiti di tutta Italia).

Sono cresciuta insieme a bimbi tedeschi o con genitori mistilingue e non ho mai avvertito "un problema" in questo, magari non ho sempre apprezzato come avrei dovuto, le differenze culturali ma comunque, non ho mai avuto grosse difficoltà. Qualche offesa mirata e di troppo, verso il gruppo linguistico di appartenenza, ma nulla di più.
Gli appellativi coi quali spesso ci descrivono nel resto della penisola tipo "crucchi", mi hanno sempre infastidito molto di più, non solo perchè sono "da stupidi razzisti" ma denotano una enorme ignoranza di fondo della storia del paese intero.
Nel periodo dell'adolescenza, frequentando qualche estremista di troppo, mi sono lasciata incantare dal fatto che "da 'sti tedeschi bisogna difendersi", di fatto ho creduto che la divisione dei gruppi etnici fosse lecita e necessaria, mi pareva che il demolire un monumento fascista, non potesse essere una cosa giusta e che fosse un' offesa gratuita per l'orgoglio di noi italiani e via di questo passo.

Io sono per padre e madre, di origine veneta, veronese e padovana, se il Duce non avesse aperto qualche fabbrica e non avesse proceduto all'italianizzazione, sarei probabilmente in Veneto da qualche parte e l'Alto Adige (o forse non si chiamerebbe nemmeno così) lo conoscerei solo per nome o per le ferie in montagna.
Adesso che sono adulta, riconosco che mi sento italiana come un napoletano o un milanese, non mi interessa molto come qui ci siamo arrivati, ma desidero che venga riconosciuto che qui ci viviamo e dobbiamo farlo nella maniera migliore.
Si parla di Alto Adige solo perchè è una delle province più ricche d'Italia e se viene fatta un'intervista a qualcuno, non si sa bene perchè (o meglio, gli italiani in provincia sono la minoranza perciò anche qui non è difficile rispondere), parla italiano in maniera buffa e spesso con fatica.
Poi capita che intervistino uno dei personaggi più folkloristici, coraggiosamente coerente nelle sue idee, Eva Klotz  che è anche la fondatrice del partito  "Union für Südtirol" unione per il Sudtirolo, e il danno è fatto. Non perchè non parli fluentemente l'italiano, ma per le idee anti-italiane espresse.
Dopo interviste così, siamo tutti "crucchi" e non si sa bene perchè siamo "sotto l'Italia" o perchè si debba parlare di noi, come di tutti i popoli che vivono al confine con altri stati e sono a statuto speciale per via delle decisioni prese alla fine della Prima guerra mondiale. (penso in particolare al Friuli che ha vissuto le nostre stesse strane vicende perchè territorio austriaco, come lo eravamo noi)
Tornando ad Eva (che non "agisce" da sola eh! ha il suo bel daffare e il suo entourage che la sostiene a giorni alterni), origine di molti problemi e scazzi vari, per spiegare ancora meglio ciò che per me sta alla base e cioè la politica, riporto una sua frase "famosa" detta ad un telegiornale nazionale.
« Se mio padre era un terrorista, allora lo era pure Garibaldi »
Ogni tot mesi si scaglia contro lo stato italiano, le forze di polizia e bla bla bla, fa politica appunto. Lei  è figlia del "bombarolo", lo stesso che con la sua organizzazione Befreiungsausschuss Südtirol faceva attentati facendo saltare in aria tralicci e che ha reso pesanti e preoccupanti alcuni anni e ha messo a dura prova la convivenza.
L'ultima provocazione della lunga serie? questa.

Mi viene da pensare, che l'interesse suscitato da queste o altre polemiche, sia solo ed esclusivamente per far ricordare a tutti che NON dobbiamo vivere civilmente ed insieme. Alla base di tutto, ci sono così tanti interessi nel tenerci divisi e incazzati, che non vale proprio la pena puntare sulla coabitazione serena e basta.
Se una certa politica non ci fosse, staremo tutti meglio. Se non continuassero a ripetere che siamo
italiani o
tedeschi o
ladini,
ma italiani e tedeschi e ladini,
forse ci potremo anche dimenticare del Duce senza tiralo fuori all'occorrenza per scagliarci uno contro l'altro, dei terroristi e le loro idee separatiste e di un cavolo di monumento fascista se non valorizzandolo come testimone di una storia che è di tutti. Pure di quelle persone che al fascismo altoatesino, pensano solo con un conato di vomito o anche chi, qui in questa nostra terra, ha trovato lavoro e ha cresciuto la propria famiglia da ormai più di 4 generazioni.
Potremmo pensare al nostro futuro multilingue e multicolore, riusciremmo anche ad insegnare con meno difficoltà ai nostri figli ad integrare valorizzando le differenze, ad integrarsi e pensare "global".

Mi sono sentita porre la domanda: ma come mai parli così bene l'italiano? non so quante decine di volte ormai.
La lingua tedesca si studia nelle scuole, io la parlo e conosco perchè l'ho studiata e parlata per più di 15 anni e i tedeschi/gli italiani che rispondono solo nella loro madrelingua, a parte qualche anziano, lo fanno di proposito: tutti studiano la seconda lingua a scuola.

Gli stronzi ci sono anche qui, ma grazie a molti, non sono la maggioranza.

Alla prossima,
Franci

12 commenti:

  1. Potrei essere tranquillamente una che chiede come mai parli così bene l'italiano e sono una che di storia contemporanea non sa un tubo, e che dopo aver letto questo post si vergogna un pochetto per quanto fosse (è) ignorante nella materia che ci hai insegnato tu stasera. Bè, meglio tardi che mai, ho imparato qualcosa :-)
    Ma devo dire che quasi mi sgorgherebbe dalle dita il contro post di quella italiana che, emigrata, non si sente fiera e subisce ormai poco o niente il fascino della nazionale, della bandiera e via dicendo...

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    1. Ognuno ha il suo sentire, mi è capitato di pensare al tuo essere italiana all'estero e non ho mai capito come mi sentirei io.
      Ho letto di due fazioni: una che pensa sempre all'italiana e ha molta nostalgia (ma forse più della famiglia più che della patri in senso stretto) e l'altra che si integra non pensando più in piccolo ma in grande. (è un complimento... hehehehe)

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    2. Allora grazie :-)
      Credo che quelli della prima categoria siano quelli che poi tornano indietro, a casa appunto, gli altri restano perché la casa è nel posto nuovo. Ma dipende anche tanto da chi (se c'è) vive con te... Se non avessi chi ho forse non sarei così convinta, ecco :)

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    3. Certo, la compagnia fa la differenza in ogni cosa :P

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  2. grazie per questo post.
    L'ho letto davvero con grande interesse.
    E' davvero vergognoso come qualcuno riesca a guardare solo avanti e non colga le sfumature tutt'intorno.

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  3. Bellissimo post, complimenti. Da italiana all'estero mi rendo conto che dal di fuori si notano delle cose che chi risiede in patria non vede, ma leggendoti mi dico anche che forse chi cresce in una cultura come la tua necessariamente ha uno sguardo d'insieme. Personalmente non riesco piu' a soffrire il clima da derby che in Italia si respira per qualsiasi cosa, se sei di sinistra devi per forza aderire a certi stereotipi se no vuol dire che sei di destra, e quindi ben vengano le tue considerazioni. Grazie.

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    1. ho cambiato così tante volte idea su questa questione, che non le conto più ormai,
      Quando poi è arrivata Elisa e il tempo dell'iscrizione alla scuola dell'infanzia, le prospettive sono cambiate nuovamente.
      Il clima di cui parli, non lo posso soffrire nemmeno io, ma mi chiedo come si possa fare a non prendersela e perdere del tutto la propria salute mentale.
      Emigrare in massa? sono così tante le teste che dovrebbero essere cambiate...
      Non vorrei dovermi buttare in politica *_* ^_^

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  4. Grazie bellissimo post. Devo dire che mi ha sempre interessato la questione dell'alto Adige, luogo di confine come la mia terra, che per confine ha solo il mare ma una storia totalmente diversa, ma se vogliamo ai limiti dell'italianità come la vostra regione (Sardegna).
    Fa riflettere soprattutto chi non vi ritiene propriamente italiani e si meraviglia della convivenza linguistica o del fatto che alcuni di voi deliberatamente rispondano nella propria madrelingua di proposito magari per protesta. Anche a me sembra che chi vuole sottolineare certi aspetti lo faccia solo per alimentare razzismi, invidie o malumori.

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  5. Uh quante chiacchiere notturne su questi argomenti, sai già come la penso. L'identità è una realtà multipla, in continuo divenire e composta di mille sfaccettature. Tutto il contrario della casellina rigida e predefinita in cui certa gente vorrebbe rinchiudere sè e gli altri. Una cosa poi la condivido in pieno: "Gli stronzi ci sono anche qui", ci sono dappertutto -aggiungo io- che non sarà molto politically correct ma di sicuro antropologicamente ci hai preso in pieno :-) LOL

    P.S. qui da noi molti vorrebbero essere annessi alla Svizzera, gli svizzeri dal canto loro non sembrano molto interessati alla cosa comunque... ^_______^

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    1. Mi stavo perdendo il tuo commento, lo aspettavo sai? ^_^
      Come mi mancano le nostre "notturne" didattiche, avrei proprio bisogno di riprendere in mano alcuni concetti! ahahahahahahah
      Sono certa che nei prossimi mesi ci incontreremo la notte... ho un certo sentore!

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    2. Ci incontreremo, ci incontreremo... certo però non posso garantire che sarò abbastanza lucida da dire cose serie e sensate, MUAHAHAHAHAH!

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