29 ott 2012

La leggera adolescenza senza preoccupazioni.


Nella mia adolescenza è stato l'istinto puro, a comandare. Non era troppo fondamentale sapere la differenza tra ciò che fosse giusto desiderare e ciò che non fosse necessario ottenere. I filtri si usavano più per essere arrotolati, che per cercare un giusto equilibrio tra ciò che si può o non si può dire. Ogni episodio assumeva un non so che di colossale: una partita di hockey negata o una festa saltata per una punizione ricevuta, poteva scatenare pianti inconsolabili, isterismi incontrollati e i traumi (da me) paventati erano pressoché apocalittici. Mi sembra di udire le sgolate sgridate di mia madre e mi pare di rivedere il viso accigliato e furioso di mio padre. Penso di averne combinate parecchie, ma come ogni accusato che si rispetti, dico che spesso non ero colpevole. Avevo solo voglia di divertirmi, gli impulsi psicofisici a mille e andavo pure bene a scuola, tiè.
Vorrei tornare indietro per un po'. Forse per avere qualcuno che mi dica di nuovo ciò che posso o non posso fare e per trasgredire alle regole in piena incoscienza.
Sono stati anni piacevoli, non ho avuto grossi problemi, non sono sempre orgogliosa di come mi sono comportata, è vero, ma in linea di massima mi reputo soddisfatta perché mi sono divertita ed ero spensierata. Sono stata anche sfacciata, strafottente, maleducata e al limite del viziato, con una fervida immaginazione che mi ha messo o tolto "dai casini" e nonostante i problemi di incomprensione con mamma e papà, mi capivo molto bene: sapevo esattamente cosa volevo e di solito lo ottenevo pure. Era abbastanza semplice programmare una giornata, bastava capire a che ora passasse l'autobus.
Vorrei tornare indietro per un po'. Forse per sentirmi libera di comportarmi così come viene, senza pensare troppo e a tutto.
A governare quegli anni sono state "le viscere", le mie giornate infatti mi vedevano travolta ed in balia di uno strano insieme di passioni amplificate e di bisogni impellenti. Sono stata molto fortunata: non ho incontrato personaggi troppo pericolosi, né per la mia incolumità fisica (rabbrividisco a  pensare ad Elisa in un futuro prossimo, in macchina con un neopatentato ormonalmente instabile) né per la mia salute mentale. Non c'era angoscia in me, non c'era timore di stare male, sono stata spesso una "cagasotto" perciò ho sempre fatto i conti con i miei limiti e non mi importava analizzarli o abbatterli: mi comportavo di conseguenza e so di aver vissuto al massimo delle mie potenzialità.
Vorrei tornare indietro per un po'. Forse per risentire la sensazione di un'elettrizzante ed eccitante leggerezza di pensiero.
Pensandoci ora, so di aver bruciato qualche tappa di troppo ma non so se avendo la possibilità di tornare indietro, cambierei molto di ciò che è stato. Penso in particolare alle mie relazioni con l'altro sesso che non sono mai state disastrose, sono state appaganti per la mia autostima e hanno sempre scandito gli anni, i mesi e le giornate con emozioni aggrovigliate e sensazioni inebrianti. Perdevo la testa per questo o quello giornalmente, alcuni li porto ancora con tenerezza nel cuore alcuni li ho rimossi a piè pari. Con certi non ci stavo proprio insieme, tipo fidanzatini romantici, diciamo che erano "pomiciamici". Non importava dove, come e quando, penso al giro scala della scuola dove si andava a fumare "una cicca", al parco di pomeriggio, in gita o al cinema, l'importante era pomiciare: provavo di fatto poco imbarazzo, il pudore era quasi inesistente e l'intesa febbrile.
Vorrei tornare indietro per un po'. Non per pomiciare selvaggiamente (hehehe), ma per riprovare a vivere l'emozione pura, quel "sentire" ripulito da ogni pensiero che porta a perdere il controllo senza paura.
Penso che sia stato il periodo migliore della mia vita. Perché? Perché poi sono cominciati i problemi veri, le scelte forzate dalla sofferenza, la malattia e l'insofferenza verso ciò che era la quotidianità. Riprovare un po' di "adolescenza" non sarebbe male: se inventassero la macchina del tempo un salto indietro lo farei eccome, non ho molti rimpianti se non qualcuno di inconfessabile, ma tornare a mettere gli anfibi, ripettinarmi la frangia con lacca e phon  sarebbe una grande emozione. Per il momento mi accontento dei ricordi che posso condividere con le amiche e amici di sempre, con chi ha passato con me qualche anno per via della scuola o della parrocchia, con i compagni di fugaci ed intense pomiciate che ancora riesco a guardare negli occhi senza scoppiare a ridere e rimango comunque in attesa di notizie dalla Nasa per i viaggi spazio-temporali :)
Sapevo che questo rimestare tra gli scatoloni, mi avrebbe fatto fare un tuffo nel passato: questo tra  le "smemoranda" l'ho fatto volentieri e mi sono fatta più di qualche risata. :D A testimonianza del periodo, rimangono appunto i diari zeppi di parole importanti, di ricordi emozionanti, di incazzature bibliche e di avventure eccitanti. Li ho ri-nascosti tra gli scatoloni: non so se avrò mai il coraggio di farli vedere a mia figlia, non so se potrò mai farle vedere nero su bianco ciò che ho combinato, ciò che ho pensato e in cosa credevo. Sarà sicuramente bene mettere via uno scatolone con su scritto "documenti casa vecchia" così per qualche anno sono certa che non cercherà di aprirlo alla ricerca di materiale per ricattarmi. Sperem.
ps. in realtà basterà non farle mai sapere l'indirizzo del blog: quando sarà, ci penserò.
Franci

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