30 apr 2012

Relatività? no, vita.

L'altra sera, leggo un post.
Questo per la precisione.
Più scorrono le parole che leggo, più mi sento in linea con chi scrive.
Si parla di indifferenza verso i lutti degli altri, o comunque dell'incapacità di vedere il dolore della perdita dell'altro perchè incentrati sulla propria, di perdita.
Si parla poi, di una specie di evoluzione di questo tipo di atteggiamento.


Mi sono sentita spesso in colpa in passato per non essere stata capace di essere dispiaciuta per la morte di questa o quell'altra persona.
Ho fatto un percorso per accettare questa specie di cinismo che ho provato e provo ancora, anche se diversamente.
Ho avuto paura di non essere normale, di aver perso ogni tipo di compassione e pietà.
Verso di me spesso non l'ho sentita ma sono andata avanti comunque, perciò credo che anche se non piango, i sopravvissuti vivano lo stesso.


Riporto quello che di getto ho scritto un'ora fa su fb.
sento un'ambulanza. esco, mi precipito per vedere chi sono venuti a prendere.sono venuti a prendere lei.cancro.la portano giù in barella.i nostri sguardi si incrociano... io li conosco quegli occhi, sia i suoi che quelli della figlia.ora, per un po', non voglio più sentir cazzate.

L'altra sera mi sono preoccupata ancora una volta, di essere sbagliata, oggi ho capito.
Il rispetto che nutro verso la vita e la morte è così grande, che mi sento presa in causa solo per il mio dolore e non riesco a vederlo negli altri.
Faccio la dura perchè non sono ancora capace di non sentire il mio cuore mentre si squarcia.
Ancora una volta.
Faccio l'indifferente e sembro quasi boriosa, perchè io quella cosa lì, l'ho già provata, la conosco.
In realtà il mio, è religioso silenzio.

Silenzio senza respiro.
Non ho bisogno di respirare, tutto si ferma.
Silenzio con un mezzo sorriso abbozzato e di compassione. Ma verso di me.
E mi coccolo così, cercando di parare la botta al cuore.
Questa sono io. Sono anche così.
E adesso, non mi sento più senza sentimento.
Non mi sento più cinica e bastarda in questo momento.

In certi momenti bisogna solo parare e riparare, i colpi e le ferite.

E fanculo a chi, parla a vanvera.

Franci



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