14 ago 2013

Sdrammatizzando in agosto.

"Basta, è finita. Non reggo più la situazione, non reggo più le sue manie, il suo disordine e la sua disorganizzazione. Siamo incompatibili, non capisce mai quello che voglio dire e non capisco mai cosa mi vuole comunicare. Basta, me ne vado."
Giro la faccia e trattengo a stento le lacrime di nervoso e rassegnazione, di rabbia e forse di dolore, giro i tacchi e vado dall'Orto. Clemente sì, che mi capisce. Si dona a me a priori e accetta le mie amorevoli cure senza troppe complicazioni.
Raccolgo fagiolini, mentre sulla mia testa spunta e appare un'aureola. 
Mentre li lancio e caccio in un secchiello vicino a dove è seduto, mi compiaccio di me, faccio canestro anche con tutti i pomodori.
Tzè e tiè.
Ad ogni ortaggio raccolto e deposto, l'aureola diviene sempre più lucente e mi rialza da terra come nemmeno un tacco saprebbe fare. Scorgo i cetrioli e sento che la rabbia ha lasciato il posto alla superbia. 
"STRONZO! Ho ragione io, ho."

Prendo anche i cetrioli e avrei dovuto capire subito dal canestro mal riuscito e dalla loro rovinosa caduta a terra, che qualcosa non stesse andando nel verso giusto. Non più per lo meno. 
Ormai però, sono gasata e tronfia.
Raccolgo i cetrioli da terra, faccio finta di non vedere la parte maciullata (:/) e senza alzare lo sguardo (e chi ti guarda più a te?! manco morta) faccio qualche passo verso le zucchine e improvvisamente mi trovo per terra.

Dell'angelo non ho più l'aureola, ma ne ho emulato il volo.

Sono nel fango, col culo nel prezzemolo precisamente e di colpo penso a come sia facile cadere. 
E rido.
Ride ogni mio organo interno ed esterno.
Il mio orgoglio sarà anche ferito, non lo so, ma di sicuro non lo è troppo visto che lo sento ridere.

Cadere nell'Orto è da coglioni, farsi fare uno sgambetto da dell'infido fango è una presa per i fondelli, ma sono consapevole che atterrare sul prezzemolo morbido sia un dono raro. 

Non sono nemmeno capace di litigare seriamente con 'sto qua. 

Ps. sarebbe stato sicuramente diverso, se ci fossero stati gli operai nel cantiere, probabilmente ora sarei già a 200 metri sotto terra a forza di scavare per la vergogna. 

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