22 apr 2013

C'è crisi, in un bicchiere.

C'è crisi, c'è crisi! penso, mentre tiro fuori il quinto servizio di bicchieri in cristallo.
Potrei venderlo. Ma come faccio a vendere il servizio da grappe di papà?
Naaa...
Forse questi balloon li potrei scambiare con qualcosa di più utile, li metto sul giornaletto per gli scambi. Ma come faccio a scambiare i bicchieri con i quali ho festeggiato gli anniversari, le prime serata nella ex casa nuova?
Naaa...
Sono una che ha molti problemi, molti molti. Non credo di essere un' accumulatrice compulsiva, anzi, ma di certo non riesco a staccarmi dalle cose materiali se hanno qualche particolare ricordo in memoria. Una condanna.

Mia suocera rabbrividirebbe, lei che è molto spiritual. Non attaccata alla materia. Fanculo! io lo sono. Non è nella mia natura essere troppo spiritual e ghandiana.
Ricordo che quando i miei genitori son morti, mio fratello lanciava la roba dalla finestra e io la recuperavo con ingordigia. L'avrei ucciso per come trattava i cimeli di famiglia ed ho sofferto le pene dell'inferno, quando ha letteralmente buttato molti oggetti.
Ho tenuto vestiti di mia madre, che era un acciuga secca,  che non metterò mai, non mi entrano nemmeno se bestemmio in turco, eppure... Ma come faccio a buttare quel maglioncino che mi ricorda tante coccole? O qual maglione di lana che mi ha fatto con le sue mani?
Naaa... Al solo pensiero, sudo freddo. O caldo. Non so, ma giuro che non sto bene.

Perché io, in verità, ho avuto dei momenti di sgombero totale, momenti in cui ho avuto la forza di fare sacchetti neri dell'immondizie carichi di oggetti e rabbia. La liberazione che ho provato è stata salvifica, ma le cose che mi sono portata dietro in questa casa nuova, non credo sinceramente che siano del tutto e proprio indispensabili, eppure... Perché nemmeno se invitassi tutte le persone del condominio, li riuscirei ad usare tutti, 'sti bicchieri.
Quando abbiamo traslocato, credevo di aver fatto un bel ripulisti, ma mi rendo conto che non è stato ancora del tutto ultimato. Oggi, mentre scartavo i bicchieri, ho pensato che forse un giorno li regalerò ad Elisa quando si sposa.
Ma no, minchiaaa!!!
Mi spaventa anche solo scrivere un obbrobrio del genere e mi spaventano questi pensieri, perché sono insani da cima a fondo: Elisa comprerà quel cavolo che vorrà e io, i bicchieri che non ho potuto scegliere del tutto perché mi sono rimasti tutti questi in eredità, me li ricomprerò. Naaa...

Con la crisi che c'è farò così: io mi tengo questi e lei si comprerà i suoi.
E mi impegnerò pure ad usare i miei più spesso senza l'angoscia di romperli.
E comincerò a bere i miei intrugli nelle coppe da champagne.
E il succo di frutta nei flute.
E il caffè nelle coccottine di cristallo.
E le centrifughe nei bicchieri alti incisi a mano.
E mio marito comincerà a farsi più di una grappetta dopo mangiato.

Oppure, accetterò semplicemente il fatto che anche un bicchiere, rimane per me importante per l'emozione che evoca e che questo mio attaccamento, non è altro che un altro lato di ciò che sono.

Rassegnata, ma non abbattuta, vado a finire di impilare i piatti.


Buona settimana.
Franci.

7 commenti:

  1. del resto, se si romperanno mentre li usi, avranno accumulato altri pezzi di storia! cin cin!

    RispondiElimina
  2. Leggo e mi si stringe lo stomaco... Davvero si potrebbero rompere? O.o cono inguaribile e non li userò mai.

    RispondiElimina
  3. conosco troppo bene questa sindrome, infatti uso tutto e al diavolo. Ma non tutto si rompe. E un po' fi vestiti sono riuscita a buttarli. Poi mi sono pentita, ma intanto li ho buttati.

    RispondiElimina
  4. Poi un giorno ti renderai conto che quegli oggetti non ti servono più, perchè finora hanno fatto da salvagente e ti ci aggrappavi. Ma ora hai imparato a nuotare.

    RispondiElimina
  5. che bel commento ilmiomondonuovo, la penso proprio come te.

    RispondiElimina
  6. che bel commento ilmiomondonuovo, la penso proprio come te.

    RispondiElimina
  7. idem, non accumulo anzi butto ma se c'è un legame emotivo rimarrà li in eterno!

    RispondiElimina