21 mar 2013

Blogstorming: sfide e stategie.

Le mie farfalle.

Tra i tanti difetti che ho, ce n'è uno che è particolarmente fastidioso: sono un'ansiosa. Ho spesso farfalle che volano impunite nel mio stomaco e che mi rendono irritabile ed insicura. Librano leggiadre mentre io mi appesantisco mangiandomi le mani dall'ansia, appunto. E non solo. La sensazione è estremamente antipatica anche se nel tempo ho imparato a conviverci: loro arrivano quando meno me lo aspetto o forse prendo inconsciamente appuntamento con loro, non lo so di preciso.
Mi è stato detto che sono il mio sistema d'allarme, ogni volta che si presentano infatti, il mio corpo, mi avverte che c'è qualcosa che non va come dovrebbe. Oppure va per il verso giusto e io faccio fatica ad ammetterlo ed accettarlo. Il vero problema però, è che loro (sempre le mie farfalle) si fanno sentire, ma non  parlano. Cioè, sarebbe comodissimo se loro arrivassero e mi dicessero: " Sei preoccupata per questo, quello, quell'altro. Ocio, che questa cosa non va", ma così non è, e allora, essendo un'ansiosa, mi metto a ragionare e sragionare su ogni possibile causa, lasciandole volare nel mio stomaco.
Da quando sono diventata mamma però, qualcosa in me è cambiato profondamente: le farfalle mi fanno comunque compagnia, non credo che se ne andranno mai, ma difficilmente riguardano Elisa.

Che non fosse facile affrontare il mio compito di genitore, lo sapevo dal primo istante: ricordo di essermi sentita spaesata e su un altro pianeta per una settimana. Mi ripetevo che dovevo essere felice, nel mio grembo stava avvenendo un miracolo e la paura che sentivo, sarebbe passata di sicuro. Ma intanto la provavo, perché ho sempre pensato che le mie difficoltà, se mai ci fossero state, sarebbero state di tipo emotivo.
Per combattere i timori, mi sono ripromessa da subito di non gravare il rapporto con mia figlia (gravidanza compresa) delle mie frustrazioni, di non farle pesare i miei traumi e di vivere meno in bilico (emotivo) e più in equilibrio (con me stessa). Parlo di emozioni, di sentimenti e di tutto quel mondo inesplorato che cominci a vivere solo se un figlio lo stai aspettando o ce l'hai: ho desiderato intensamente da subito che la mia relazione con lei, nascesse in un terreno neutro, pulito, ripulito.

Ora, io non voglio dire che il titolo del blogstorming del mese non mi abbia subito fatto pensare alle esplosioni di capricci o agli escamotage migliori per farle lavare i denti... ma mi viene spontaneo pensare che le vere sfide quotidiane, per me come mamma intendo, sono esattamente riassumibili in un poche parole: mantenere l'equilibrio, cercarlo e viverlo insieme a lei.
Mantenerlo tra le mie paure anche soffocanti e il suo bisogno di libertà, tra le mie agitazioni e il suo diritto alla serenità, tra la mia pazienza e la sua voglia di giocare e coinvolgermi nelle sue storie, tra il mio bisogno di controllo (e forse anche possessività) e la sua esigenza di crescere indipendente da ciò che desidero io.
Cercarlo nel quotidiano, tra un sorriso e un pianto, tra una storia e un gioco, tra un capriccio (magari mio) e una spiegazione (magari sua).
Viverlo come fosse una strategia, un compito, una responsabilità vera, pratica. Unica ed irripetibile. Come esclusiva, è l'esperienza che la vita mi ha donato con la maternità.
Le uniche strategie di sopravvivenza che conosco, sono quelle che riguardano la mia persona, magari può sembrare riduttivo e sbagliato, con questa frase mando a farsi fottere tutte quelle belle teorie sull'educazione per le quali non ho mai nascosto antipatia, ma cosa posso scrivere di diverso se io vivo il mio ruolo di mamma così? Non ci sono particolari norme che rispettiamo, l'ho già detto più volte. Elisa è ancora piccola, ha poco più di tre anni e mezzo e non abbiamo orari da rispettare, compiti da completare o altro e io me la godo, cerco di conoscerla sempre meglio e metto alla prova la mia pazienza, la mia capacità di empatia e il mio amore di mamma: se lei ci mette dieci minuti per fare ciò che le chiedo, non è un problema al momento, al massimo urlicchio un po'.

Ma...
Tenere a bada le mie farfalle, significa concedere realmente a mia figlia lo spazio necessario per crescere forte e serena: tra un chiarimento più approfondito e una punizione motivata.
Insegnare alle mie farfalle come volare sempre più sapientemente, condiziona inevitabilmente il rapporto che Elisa mi richiede e mi permette di essere in contatto con lei anche attraverso la mia esperienza di vita, quella che ritengo sempre più preziosa (e che mi concede anche la possibilità, non scontata, di avere a che fare con le emozioni ripulite da tutto ciò che non riguarda il nostro rapporto).
Conoscere le mie farfalle poi, mi restituisce la consapevolezza che mi serve per distinguere ciò che reputo importante che lei conosca e riconosca, e ciò che invece ritengo bypassabile. Le mie scelte educative non sono quasi mai lasciate al caso, come invece potrebbe apparire all'esterno, ma sono il frutto del mio percorso di crescita come donna anche madre, in relazione ad una persona in crescita.
Ciò che riesco a fare con la ricerca di confidenza con le mie farfalle è quello di donarle più strumenti, semplicemente perché ne conosco di più.

A questo punto a me, lo sculaccione come soluzione, non è la prima cosa che viene in mente.
Allora la sfuriata non è la cosa che mi esce naturale, per risolvere un contrasto.
Si può dire, concludendo, che la mia sfida è quella di avere una figlia serena e la strategia è quella vivere serena anche io.

Io ho le farfalle, qualcun'altro avrà i criceti o i topi ballerini, chissà (sarò mica l'unica a vivere in compagnia!), ma se ciò che abita in noi è troppo rumoroso, fastidioso e condizionante, sarebbe il caso di sfrattarlo.

Franci

(a proposito, per avvalorare ciò che ho scritto aggiungo che i terrible two non li abbiamo sentiti e riconosciuti, io ho sentito piuttosto i MIEI terribili 35 anni, 'na rivoluzione proprio!)

Questo post partecipa al Blogstorming

1 commento:

  1. .. La serenità è fondamentale per vivere al meglio ogni giorno e qualunque situazione..

    Non abbiamo potuto non citarti nella nostra ricetta del genitore "quasi perfetto"

    http://genitorimeglioconinternet.blogspot.it/2013/03/blogstorming-sfide-quotidiane.html

    Grazie!

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