4 feb 2013

Come il sole (quasi) all'improvviso.

Senti parlare di collegamenti tra mente e corpo mentre il tuo di corpo, freme di paura e per i brividi. (e la febbre non aiuta di certo a fare chiarezza su questo strano e misterioso prodigio)
Ascolti chi sembra più saggio di te, mentre dice che il rispettare se stessi, significa trattare il proprio corpo come un tempio prezioso e scopri in te, dei gioielli nascosti.
Questa volta non scavi però, devi solo lucidarli per farli ammirare da tutti.

Mediti sulla preziosità di ciò che dai per scontato: la voce, gli occhi, le dita, le gambe funzionanti e un cervello niente male, e arrivi al punto di capire che tutto ciò che siamo, è fatto anche di ciò che crediamo giusto per noi. Ozio e inerzia comprese. Timori e scazzi inclusi.
Un giorno decidi di essere coraggioso e di guardarti allo specchio, con occhi puliti, non più infangati dopo anni di scavi in miniera, e scopri che sei una chiavica, proprio per tutte le volte che non ti sei guardata e riguardata. (ma la storia della mente e del corpo uniti, sarà vera? pensi, mentre rimetti il termometro sotto l'ascella)
Capisci che il nascere a nuova vita non è così semplice come sembra, non per il dolore, quello ha caratterizzato il travaglio, ma per la pulizia che vuoi avere fuori e dentro di te. Per la nitidezza che ora vedi tra ciò che provi. Non tutto ciò che vedi ti piace, ma pretendi di vedere ogni sfaccettatura. Te lo devi.
Pulire non è scavare a mani nude, non è arrancare tra dirupi, non è agiresoloesempreagire, ma permettersi di portare ordine dopo aver tanto lavorato. Dolcemente, senza sentirsi troppa pressione addosso e sopratutto a cuore alleggerito.

Arriva il giorno in cui i conti si pagano ed è proprio quel giorno che scopri di amarti come non mai, e che ti puoi amare con un cuore guarito.
Che anche farti un te, ha un significato profondo: con un semplice infuso nutri la tua anima assetata e arrivata ad essere disidratata per quante volte non hai voluto bere o che hai permesso ad altri di bere per te.
Con una carezza ti sollevi e ridi a crepapelle di ciò che ti ha sempre fortemente allontanato da te stesso.
E ridi. E ridi ancora.
Con il sorriso di un cuore leggero di chi di pesi, ne ha tolti tanti.
E cammini.
Con il passo tremolante di chi prosegue con qualche sassolino nella scarpa, ma non se ne cura troppo e va comunque avanti. Non per dovere, ma per piacere.
Tremi perché senti che sta tornando la forza, quella che sai che non puoi più fermare, quella inarrestabile e bramata da ogni cellula di mente e corpo.
Tremi per l'impetuosità della potenza che gli arti dimostrano da sempre di avere e questa volta sai, che non puoi tornare più indietro.
Tremi anche di paura, per il timore che tutto possa svanire, ma in cuor tuo sai che certe cose rimangono dove sono, nel passato e non possono tornare.
E se qualcosa svanisce e si infrange, hai un bagaglio per potervi porre rimedio. Magari non immediato, ma sai che un rimedio esiste ed è possibile.

Ed è proprio in quel momento, che decidi che il sole è tornato, che va goduto e poco sprecato.
Che nella memoria c'è anche tenebra, ma con il nuovo sole tutto è mutato.
Ed è proprio nel preciso momento in cui pensi alla nuova cura che devi concederti, che prendi senza pensarci troppo un cappello e una sciarpa per non prendere freddo. Che la tua gola, la tua testa e le tue orecchie sono preziose.
Ed è quasi magico, proprio come raccontano quelli che parlano di mente e corpo uniti, che mentre pensi a questi nuovi gesti di amorevolezza e riguardo verso te stessa, da dietro, spunti anche il sole.


Buona settimana
Franci

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