22 dic 2012

La ricchezza del Natale 2012: la gratitudine.

Le luci sull'albero sfavillano e diciamolo pure, mi ipnotizzano fino a rincretinirmi. Per me il Natale è sempre stato un momento di rimbecillimento totale e pure globale, non per il senso della festa, anzi, ma per la frenesia che attanaglia tutti, chi più chi meno, e per l'ansia da prestazione: ho pensato a tutto? ho fatto proprio tutto? sicuro, sicuro? Ecco, per me il Natale è sempre stato sinonimo di una strana forma di stress misto a isteria, un insieme di pensieri chiassosi e sparsi, incapaci di mettersi in ordine. Eppure ogni anno ecco che arriva. E quando arriva, passa forse troppo velocemente.

Quest'anno, presa com'ero dal trasloco, non mi sono lasciata travolgere dall'atmosfera e non ho avuto nemmeno il tempo di pensare: ho pensato a tutto? sicuro, sicuro? Sarà che sto maturando pure io e che la vita mi sta dando una bella spinta potente, ma quest'anno me la sono presa con comodo e ho risentito nel mio cuore un sentimento che era forse sepolto da tempo: la gratitudine.
Intendiamoci, io non sono mai stata una maleducata, rispondo grazie! abitualmente e senza troppo sforzo, ma la gratitudine che è nata e ha riempito il mio cuore quest'anno, è una cosa ben diversa dall'essere garbati e gentili.

Ieri sera, telefonando con un amica, si parlava di come "la vecchia scuola" insegnasse che a Natale fosse buona norma, donare cesti ricchi di lenticchie e zamponi al proprio avvocato, al commercialista, al medico di famiglia, al farmacista e che ne so, pure al cliente più importante. Ricordo ancora la cura che mio padre metteva nella scelta del regalo più giusto per il tale fornitore, per il commercialista e anche per noi dipendenti. Non era solo un dovere, ma un piacere: essere riconoscenti, ringraziare ed essere grati, era un qualcosa che spesso diventava persino commovente perché fatto di cuore e con il cuore.

Oggi sta via via sparendo quest'usanza, se di usanza si può parlare. Che sia passato di moda? Che sia colpa della crisi? Credo proprio, che il motivo per il quale non si regalino più i cesti, sia per un semplice fatto: ognuno pensa a se stesso e l'altro, non ha più così tanta importanza. Se io riesco in qualcosa, è solo merito mio. Non si riesce più a riconoscere all'altro un merito per paura di sminuire se stessi, forse. Una volta, "ci si faceva da soli" e si sentiva il bisogno di dimostrare a chi si era rivelata una persona utile e vicina, che le si era grati. Oggi è tutto diverso ed è questa la nuova usanza: non fare il cesto e fare il regalo, se lo si fa, perché si deve e non perché si prova piacere nel donare. (non voglio poi parlare del consumismo, altrimenti non concludo più e non vorrei apparire troppo retorica, ma oggi gira così)

Ma quanto si è perso, a pensarla così? Per anni e non lo nego anche se mi vergogno un po', ho fatto regali in serie, mi sono spesso sentita in obbligo di fare 'sto pacchettino e a dirla tutta, non ho provato entusiasmo né nel farlo né negli occhi di chi l'ha ricevuto. Non sempre, ma spesso è accaduto che alcuni regali mi siano stati particolarmente pesanti, sia da scegliere che da consegnare. Non posso perciò non condividere la rivoluzione che è avvenuta in me e ciò che sono stata chiamata a provare: questo grande e misterioso sentimento che mi ha portato a provare il desiderio di pensare alle persone che sento di dover ringraziare e a cui sono grata: per un sorriso e una risata, per una telefonata in un momento particolare e una visita inaspettata, per l'ascolto e l'affetto dimostrato o semplicemente per la silenziosa presenza.

I regali che ho fatto non sono molti quest'anno, non sono cesti con lenticchie e zampone, sono però pensieri trasformatisi in lettere, email o pacchettini fatti col cuore, che dicono:
Ho pensato solo a te, appena l'ho visto. Per un momento il mio pensiero è stato rivolto a come poterti rendere felice anche solo per un istante. Questo è solo per te. Ho provato piacere a pensare a te e solo a te. Ti sono grata.
(i miei regali sono logorroici come me e potrebbero arrivare in ritardo, chi lo sa, visto che mi sono affidata anche alla tecnologia dello shopping on line, ma mi rendono felice e mi si riempie il cuore ogni volta che ci penso perché credo proprio che siano i regali più belli mai fatti)

Auguro a tutti delle buone feste, ringrazio chi mi segue e mi da soddisfazione lasciando un commento o anche solo leggendo ciò che pubblico, ma in particolare auguro a tutti di provare gratitudine verso chi allieta il nostro percorso anche e non solo, a Natale. (è uno sballo, altro che vin brulè al mercatino di Natale)


(Tutto un post per dire che quest'anno non mi sento rincoglionita come al solito, sembra strano, ma è davvero così. Luci dell'albero a parte.)
(Ah, altra cosa... il motto di questo Natale è comunque sempre lo stesso: biscotti, zenzero candito e tiramisù per tutti, che questi, non si negano a nessuno. Circa. Ma la gratitudine è un'altra cosa.)

Franci.

10 commenti:


  1. io sono della scuola che ..continua sempre a pensare a tutti..ma non è che tutti pensano a me!Ma non ce la faccio a smettere :)
    Buone feste anche te :) smackss

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  2. Anche io vecchia scuola e a parte tutti i regalini handmade che adoro fare e anche ricevere, regalo cestini con leccornie varie e le marmellate di NonnaSpeedy confezionati con cura perché fa piacere...in primo luogo a me! Tanti auguroni!!

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    1. Beh... una marmellata di NonnaSpeedy la accetterei pure io!!!

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  3. Gratitudine, è una gran bella parola, un po' dimenticata, un bel sentimento che anche io ho riscoperto. I regali, con i miei tempi, arrivano forse a gennaio, o forse dopo, ma il significato non cambia ;)
    Buon natale, ogni giorno

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    1. Ogni giorno. Hai quasi sempre ragione :P
      ♥♥♥

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  4. che bello ricevere un dono, ma quanto è più bello farne? trovarsi davanti a un oggetto e pensare, col cuore gonfio, che quella, sì, proprio quella sarebbe la cosa perfetta per qualcuno a cui vogliamo bene! ecco, questo fa sentire appagati come bambini davanti a una bancarella di caramelle alle giostre.

    io sto ancora ricorrendo alcune pensierini, ma quello che più mi disegna un sorriso in mezzo al faccione è l'idea che domani preparerò i (tuoi) biscotti per le persone a cui voglio bene, insieme ai tre mostri in una cucina che diventerà sicuramente la succursale della lapponia per la quantità di biancume da farina che ci ritroveremo ovunque... ma è questo quello che chiedo al natale: un assaggio di spirito natalizio da condividere in famiglia e un pensiero per gli amici che dividono il cammino con me.

    buon natale fra!

    paoletta

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    1. Io vorrei le foto del disastro!!!
      Grazie del commento e di tutto il resto ♥

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  5. Essere grati è un sentimento bellissimo, forse fuori moda ma da riscoprire assolutamente.
    Quest'anno ho pochi regali ma tanti pensieri e anche per me gratitudine ha assunto significati nuovi ultimamente.
    Vi auguro un Natale sereno e pieno di ragioni per cui essere grati alla vita.

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    1. leggo solo ora, mi era scappato il tuo commento :)
      Grazie anche a te...

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