22 mar 2012

Il giorno dopo

L'unico desiderio di un'amica ieri, giornata mondiale della Sindrome Down,  era che non si spegnessero i riflettori.
Oggi il suo status recita così:

"E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffe'
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va...."

Canticchio....

Sarà anche l'ultimo carrozzone questo, ma non posso rinunciare a scrivere quello che sento.
La rete ieri, ha pullulato di link, che spiegano le esperienze, i modi, il mondo di là come dice lei.
Nel nostro piccolo, nella nostra Officina, vogliamo provare a mantenere ancora oggi l'interesse verso questo mondo che spesso ci sembra troppo lontano.
Ieri, leggendo i vari articoli, mi immaginavo Barbara, confusa e felice, attaccata al suo I-Phon che leggeva con avidità ogni commento e osservava ogni sviluppo.
Dal principio ha saputo spiegare e ha parlato del gusto dolce amaro della giornata, proprio perchè le luci si accendono raramente su questa e altre realtà.
Non so che cosa ha provato il suo cuore di mamma, non ho potuto che osservare in silenzio.
Noi cosa possiamo fare?
C'è qualcosa di concreto che si può fare?

Lei ne ha parlato nel suo post l'altro giorno, ne ha parlato a cuore aperto come sa fare.
Riflettevo sul fatto che siamo sempre pronti a parlare di bimbi africani che muoiono di fame, ci inteneriamo a vederne i volti scarni e le pance vuote. Ma dobbiamo renderci conto che anche vicino a noi ci sono delle realtà che hanno bisogno del nostro contributo.
Penso a tutte quelle associazioni di volontari e non che operano e aiutano famiglie con delle difficoltà che non possiamo nemmeno immaginare. Penso anche alle case famiglia che spesso vengono abbandonate al loro destino senza che ci accorgiamo, non solo della loro esistenza, ma anche della loro fine.
Penso a tutti quelle famiglie che hanno in affido bimbi malati, penso alla distanza abissale che spesso riusciamo a mettere tra noi e chi ha magari bisogno di un semplice appoggio, di un piccolo contributo. Vale la pena ricordare che fino a che una malattia, una difficoltà, non entra nelle nostre vite, non la prendiamo nemmeno in considerazione.
L'altra sera leggevo di una amica su fb che si lamentava perchè tra delle associazioni che dovevano essere votate per avere un contributo, hanno vinto le associazioni in difesa degli animali. Certo, ognuno deve agire in coscienza e quando sceglie a chi dare il proprio aiuto può anche scegliere un'associazione che si occupa di cuccioli abbandonati, ma forse dovremo pensare che la responsabilità di "far girare meglio le cose" è anche nostra. La responsabilità non è solo di chi le difficoltà le vive, cerchiamo di vivere un pochino più in empatia con la sofferenza degli altri, non aspettiamo che le situazioni ci riguardino da vicino per prendere una posizione.
Ripenso ai bimbi africani, alla loro miseria e mi rendo conto che è più facile dare un contributo lontano che impegnarsi nei nostri rioni o nelle nostre città.

Penso a Emanuela, la mamma di Ale di Bolzano, un bimbo che ha lottato contro la leucemia.
Ha aperto una pagina di FB, penso all'emozione provata ad ogni suo racconto di madre, penso alla trepidazione nel vedere i video caricati in cui Ale ha cominciato a riprendersi, penso alle lacrime di gioia versate nel vedere mesi dopo le foto di Ale tra le persone e non più in ospedale. Penso alla dolcezza con cui questa mamma è riuscita a trasportarci nel suo mondo e all'importanza del suo messaggio per la donazione del midollo. Gli articoli sui giornali locali, le interviste alla televisione e alla fila di persone che ha deciso di diventare donatore dopo le sue parole, dopo aver conosciuto l'esperienza della sua famiglia.

Un altro mondo è possibile, proprio come incontro del mondo di là e del mondo di qua.
Basta saper scegliere, basta voler conoscere e sapere.

Oggi è il giorno dopo, una giornata come un'altra, oggi il nostro post è dedicato a Barbara e ad ogni bimbo e bimba, ragazzo e ragazza, uomo e donna di questo video.




Franci

3 commenti:

  1. E quell'amica sono io :)

    Quante riflessioni mi combattono dentro su questa giornata, quante ne sollevi anche tu.

    Mi hai fatto venire in mente un piccolo episodio successo ad ottobre.
    Allestiamo un banchetto, in un enorme centro commerciale, per la vendita di cioccolata per raccogliere fondi per l'Associazione SdD. Proprio di fianco ci sono altre mamme, di un'altra associazione, con il loro banchetto sulla Fibrosi cistica. Che si fa? Ci rubiamo il pane di bocca? C'è stato imbarazzo, perchè nessuno voleva danneggiare l'altro.
    Non si è venduto nulla, nè noi, nè loro, perchè le persone, nell'imbarazzo di decidere a chi dare, non davano a nessuno.

    Questo è il problema. I bisogni sono tanti, c'è tanto da fare, tanti da aiutare. Bisogna iniziare a fare, non importa per chi o per cosa. Bisogna scegliere, per affinità, per interesse, e dare il proprio contributo.

    O almeno io non ho risposte migliori ;)

    Con la stessa logica mi auguro che questa giornata serva non solo alla Sindrome di Down, ma sia una celebrazione della diversità, dell'unicità di qualsiasi persona.
    Essere diversi è normale. Io sono diversissima e anche tu non scherzi ;)

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  2. E pensa che siamo pure fiere della nostra diversità!
    Vorrei che fosse così per tutti, che la diversità non fosse considerata solo una caratteristica di chi ha meno, ma di chi ha qualcosa in più.
    Io ci credo.

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