12 giu 2013

Vendo zavorra: soli per bene è meglio.

Sono la donna delle domande: le faccio per parlare con il malcapitato di turno e le faccio a me stessa in ogni momento della giornata per capire se sono ok.

Come va. Va meglio. Tutto bene. Tutto ok. Sei felice. Come è andata. Quando torni. Hai capito. Sei arrabbiato. Perché fai così. E dove stai andando.

Insomma snocciolo rosari interi di domande e spesso ottengo delle risposte.
Quasi una noia mortale.
Oltre ad essere la donna delle domande sono anche la donna delle risposte, per niente mia madre mi ha sempre detto che le stavo sulle palle perché avevo sempre la risposta pronta per tutto.

Molto bene. A volte male. Tutto ok. Non mi va. Cacchi tuoi. Ci penso io. Così non va. Vaffanculo. Fai così. Fai cosà. Ciapa lì e ciapa là.

Cerco di non perdere il filo, donna delle risposte dicevo. In effetti per carattere e per necessità sono quella che ha quasi sempre un parere per ogni questione, ma mi rendo conto che questa caratteristica è uno di quei dettagli di cui posso fare anche a meno.
Perché io, sono anche la donna del superfluo: parole superflue, gesti superflui, peso superfluo, pignoleria superflua, agitazione superflua, ansia superflua, controllo superfluo e bla bla bla bla bla, appunto, perciò oggi vendo zavorra, che di soldi non ne abbiamo mai abbastanza.

Vendo i chili di massi tenuti sullo stomaco che ho dovuto trasportare le volte in cui non sono stata compresa.
Vendo i chili di nodi in gola ingoiati per le volte in cui una risposta mi ha fatto soffrire e non ho urlato.
Vendo i chili di ghiaia fastidiosa sopportata nelle mutande ogni volta che una domanda mi ha messo in crisi.
Vendo i chili di cacca spalata tutte le volte in cui ho fatto le cose coscienziosamente e sono stata comunque maltrattata.
Vendo i chili di sassolini nelle scarpe che non ho tolto nel tempo ( e che forse andavano tirati in fronte al mio interlocutore).

Ho capito che le domande che mi pongo non sono sempre necessarie per la mia ed altrui felicità. Ho capito che le risposte che mi do mi complicano troppo la vita e che quelle che mi vengono date non corrispondono sempre alla verità assolta, anzi.
Sembra un controsenso ma "soli per bene è meglio" che poi non è altro che una rivisitazione dei detti "meglio soli che mal accompagnati" e "pochi ma buoni", mi fa sentire sollevata. Io che ho vissuto sempre male gli abbandoni e gli addii o anche solo gli arrivederci, mi sento liberata dal giogo del dovermi fare un'idea di tutto anche all'interno di ogni rapporto. 
Non faccio più fatica a pensare di non essere compresa, non perché ho maturato una solidissima sicurezza, ma per il semplice fatto che non mi serve più essere per forza compresa. Non mi sento appesantita dal disagio di aver combinato qualcosa di sbagliato se non vengo capita o accettata per come sono, mi lascio alle spalle quella sensazione perché non posso controllare tutto o tanto meno ciò che c'è nella testa e nel cuore di chi ho al mio fianco. 
Non sono più demoralizzata a pensare a chi non capisce profondamente ciò che in una frase voglio comunicare, capisco benissimo che non sia facile capirsi e capirmi e non è detto che non ci si voglia comunque bene nell'incomprensione ma ecco, questa zavorra la lascio ad altri vendendola.

Che sono anche la donna che scopre l'acqua calda, l'ho già detto?
Sono libera e mi perdono. Ma non perdono tutti.

Franci

5 commenti:

  1. Che poi il problema fondamentale è CHI te la compra, 'sta roba.

    (Sullo scoprire l'acqua calda mi sa che ti batto)
    :)

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    1. Ma faccio sconti imperdibili eh! No, eh?!
      Vabbè, la regalo.

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  2. Io passo sono gia ben fornita!

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