Don't worry, be happy. Sempre.

E insomma stamattina mi sono alzata e, nonostante il cambio degli armadi che mi chiama da ogni scatolone, mi è venuta voglia di pitturare le pareti della cucina. Sarà la labirintite che mi tappa ancora le orecchie, chissà.

Vaniglia. 

Che bella ventata di freschezza! Uhhhh. Come mi piace il color vaniglia! Per niente ho voluto le porte di codesto colore goloso. Bello, bello.

In effetti sono sempre meno ligia al dovere, ma devo essere sincera, degli scatoloni in mezzo alle scatole (spiritosa) non me ne può fregar di meno, ho fatto pace con loro e con me. Godo della libertà di pensiero del momento, degli sprazzi di creatività estrema che so di potermi permettere. (Santo uomo, sempre.)

Comunque, ho dato or ora la seconda mano, (l'idea finale è quella di stamparci le mani famigliari in color bianco, a mo' di fiori, ma vedremo) dicevo... data la seconda mano, mi viene un coccolone e faccio fatica a mandar giù le lacrime.

Mi sono resa conto, che le pareti della casa del lago di Garda, l'abitazione che più ho amato nella mia esistenza, erano proprio color vaniglia. E mi sembra di sentire l'odore delle risate in famiglia, mi sembra di udire mia madre mentre dice: "Chicca, alle quattro puoi fare il bagno". Per un attimo mi proietto nel passato e sento quel calore che parla di amore. Dimmi te, se devo spander lacrime anche mentre pitturo le pareti di casa. Invece... ne sono felice.

Coincidenza o no, io sono felice.

Ancora una volta.

Ancora una volta qui. 

Ancora una volta, la vita mi concede la possibilità di provare emozioni così meravigliose ed il pensiero che la scelta di questo colore, sia una scelta che viene da ricordi così preziosi, mi rende felice.
Ma proprio tanto tanto, domani chissà, ma adesso è così. Non posso dire che l'emozione sia quasi orgasmica, ma ecco, diciamo che la testa è leggera di brutto. Di bello. Insomma, mi sono spiegata.

C'è una frase che mi piacerebbe scrivere sulla parete: Don't worry, be happy. Sempre.

Mi sa che ce la scrivo.

Ocio.

Franci.