29 mar 2013

Delirio da labirintite e Freud.

(sottotitolo: No, perché si sappia che ritorna: la labirintite può tornare ancora e ancora, purtroppo.)

L'altra sera parlando con un'amica, mi sono resa conto che di tutti i rapporti possibili, che vivo o che vivono le persone a me vicine, ho una visione molto definita, forse ingenua e certamente semplicistica, ma tendo ad esprime sempre (purtroppo per i miei interlocutori, me compresa) un'idea che la mia testa elabora quasi fin da subito. A me, le cose, sono quasi sempre chiare subito, non perché io abbia particolari qualità cognitive, ma forse perché ho avuto la fortuna, o sfiga nera, di vivere diversi tipi di rapporti nel corso delle mie esperienze belle e meno belle, che la vita mi ha presentato da vivere. Non sono supponente o giudicante, spero per lo meno di non risultare sempre e troppo così, ma mi rimane davvero difficile non farmi condizionare da ciò che penso appena accolta una confidenza.

Ora, io so che quando un marito (compagno o amico) è pigro o uno stronzo il 50 % delle volte che si ha a che fare con lui, non è una gran bella cosa, ma... se si ha la lucidità di capire che le volte sono il 51% e non il 49%, mi pare sempre che ci sia la possibilità di fare qualcosa per migliorare la situazione (compreso mandarlo a fare un giro, a passi lunghi e ben distesi a giorni alterni, basta che questa scelta faccia stare meglio). Non credo di essere ostinatamente positiva e ingenua, ma credo veramente nelle persone, inteso proprio "nella testa delle persone" se le amo poi, o comunque provo dei sentimenti, faccio davvero fatica a non cedere alla contemplazione di una possibilità per un' evoluzione costruttiva.
Ripeto insistentemente: "dovresti parlare" intercalato da "dovreste parlarne".

Sì, perché io sono un' irremovibile, insopportabile e insistente rompicoglioni, e se le persone continuano a confidarsi con me, forse non faccio nemmeno così male ad essere coerente con me stessa.
"Ok, tu non capisci, io certe cose le ho già dette! Mi faccio due palle così a ripetere, poi mi stufo..."
Parlane.
"Non capisci, sono stufa, stanca, svogliata..."
Parlane.
"Non è per me, ma la situazione è a tratti insostenibile".
Parlane.
Perché in quel momento lì, non posso avere risposta diversa. Non ci arrivo proprio a dare un altro consiglio. Perché?

Perché davanti allo specchio mi sono detta non mille, ma mille e una volta:
"È ora di cambiare Franci. Non puoi permetterti di andare avanti così".
E di seguito:
"È ora di smetterla, sei senza pudore! Fossi in te mi vergognerei"
E di nuovo:
"Fai venire le palle a rombo per quanto fingi di non capire. Ignori ogni mio segnale, possibile che non riesci ad ascoltare e comprendere? Sei proprio una deficiente!".
E ancora:
"Non ti reggo più! Basta, senza di te vivrei meglio!"
Oppure:
"Non ti basta ciò che vedi? Non ti basta camminare a carponi per capire che devi prenderti cura di te, prima che degli altri? E non fare la figa appena senti di stare meglio, procedi cautamente, che se ti alzi troppo in fretta, dimenticando le buone norme di convivenza con te stessa, ti gira la testa e ti schiavelli contro il muro del comò in camera".

Già. Ma quante cacchio di volte mi sono ripetuta queste frasi? O magari, per puro spirito di condivisione (chiamiamolo così, per non ripetere di nuovo che sono una rompipalle, ma il succo è sempre quello) le ho usate contro qualcuno nella speranza che cambiasse idea e che capisse? E quante cose sono cambiate in questi anni, proprio perché non ho mai smesso di ripertermi le cose? O ripeterle di continuo a qualcuno?

Ci sono rapporti che vanno guariti, compreso quello con se stessi, relazioni che si vivono così velocemente che non danno il tempo di capire da che parte si debba andare per stare bene. O rapporti che fanno guarire. O rapporti che devono ancora cominciare.
Ma se il 51% delle volte una persona piace, vale sempre la pena tentare e ritentare di trovare un compromesso: a costo di perdere la faccia, la pazienza o il controllo.
Sarà che la labirintite è tornata, non accenna a diminuire e io, mi amo e mi apprezzo spesso il 51% delle volte e anche in questo momento, sento la spinta a ridefinire per la milionesima volta le cose. È proprio quell'uno lì, quello che mi fa rialzare sempre e fa la differenza.


Come mi piacerebbe conoscere Freud!!! Incontrarlo anche una sola volta. Quell'incontro si concluderebbe esattamente così:
Cara Franci, testa di legno che non sei altro, tu ti masturbi il cervello per vizio, sfizio e per piacere, ti piace spingerti nei meandri più reconditi, vero? Hai la sfiga però, che questi pertugi bui, si rivelino dei buchi di culo, perciò un ragionamento che credi di fare con la testa, lo fai col culo. Ti manipoli spesso con troppa poca cura e attenzione: se fossi più intelligente, sapresti la differenza tra ragionamenti costruttivi e rimuginamenti infruttuosi, ormai. Dimostri di avere sempre molta tenacia, cerchi sempre di stare in piedi... è un vero peccato che debba tornare un labirinto infiammato, per farti capire che non hai capito ancora una volta, il senso di ciò che accade. Perché accade tutto anche se non lo vuoi, sai?  Ancora una volta sei sadica, credi di capire tutto e invece non capisci una cosa fondamentale: devi avere pazienza, con te stessa in particolare. Un gioco bello e piacevole come una masturbazione, si trasforma in un amen, in una violenza delle più cruente. Violenza che fai a te, o al malcapitat* di turno. Non stancarti mai di ripeterti e ripetere le cose, non abbatterti se ti sembra di aver sbagliato tutto. Non credere mai davvero, di essere arrivata. Sii comunque sempre polemica, ribadisci sempre le tue idee, solleva le tue obiezioni, ama le parole e usale con crescente coscienza, ma fallo con accuratezza. Abbi fiducia in te e in chi hai scelto di avere vicino: ripetere o dover ripetere le cose, non è sinonimo di scarsa intelligenza, forse bisogna farlo perché capita di non essere capaci di recepire un determinato messaggio, forse solo perché non si è beccato il momento giusto. Non perdere mia speranza di poter cambiare alcune cose, non darti mai per vinta, ma... porcaccia miseria, comincia a distinguere per bene, un culo da un cervello! Quello è proprio di basilare importanza.

Buone feste, Franci.

ps: Amica che hai scatenato il mio immaginario, fino a portarmi da Freud: se lo ami anche solo un millimetro più di 50, tenta di nuovo. Io ti vorrò sempre bene, tanto! Qualsiasi cosa deciderai di fare io ci sarò sempre e comunque, ma fatti dire 'na cosa (ancora? dirai tu...): non ti stufare mai di far valere le tue ragioni, ma PARLA ancora e ancora! La pazienza è un'arte, sei troppo intelligente per non capire che la forte, quella che può cambiare veramente le cose, sei solo tu.

2 commenti:

  1. Aiuto Franci, ma la labirintite è psicosomatica?

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  2. Bah... io posso solo pensare che la mia disattenzione verso di me, sia per certi versi "patologica".
    La prognosi di due mesi fa, era di sei mesi e stavolta è dovuta ad un colpo d'aria, l'orecchio è debole e io sono una capra. Forse se avessi messo il cappello, col freddo glaciale che c'era, avrei evitato un'altra infiammazione...

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