14 feb 2013

San Valentino? Mi innamoro di me, che è meglio.

Ci sono cose di me che amo fino all'attizzamento e altre che detesto fino al conato di vomito.
Mi piacerebbe tanto innamorarmi pazzamente di me, provare quel rispetto e quella stima che magari provo per qualcuno che conosco. Ma poi mi rendo conto che non amo pazzamente nessuno, nemmeno mia figlia. Lei la amo incondizionatamente, ma non tutto ciò che è, mi piace e lo amo. Forse dovrei imparare ad amarmi incondizionatamente, nel bene e nel male. Anzi, mi sa che devo imparare presto a farlo.
Le persone che in privato mi chiedono come va e come sto, sanno che il recupero dalla labirintite e influenze varie, mi sta costando parecchia fatica e le amiche sanno anche, come io mi senta spossata e sminchiata ultimamente. È in atto una ribellione in me, mente e corpo sono collegate come non mai e i segnali che mi arrivano sono più che facili da interpretare: molla il colpo, Franci.

Sono di poche parole, non ho molto da dire (mi fa pure male parlare per via di un problema alla lingua) sono giorni che appunto a fine giornata le emozioni vissute, tanto per mettere ordine nei pensieri che altrimenti si aggirano minacciosi in testa. Anche la felicità non è facile da vivere per chi come me, da il meglio sotto sforzo, ma prima o poi bisogna imparare a farsi travolgere e vivere senza fare fatica. Non tutto ciò che accade deve essere per forza faticoso o da subire, me lo ripeto mille volte al giorno e mi incolpo di stupidità le altre mille volte in cui mi fermo a pensare. Se lo capissi anche, sarei a cavallo, invece sono col culo per terra.

Sono felice, felice fino allo svenimento, tutto è bello, tutto ciò per cui ho smadonnato per anni si sta avverando, si è già avverato. E io?
Io sono basita, sono senza fiato, mi aggiro per casa con una mano sulla bocca in preda al panico, panico di quello puro, quello che non lascia spazio ad un pensiero coerente manco a pagarlo. Sbando per la labirintite cercando di non cadere e sento che lo sbandamento vero è quello che sento nel profondo e lo reggo solo perché so che passerà, o forse solo perché so reggere i colpi.
Credo che vedermi infelicemente orfana, piena di casini e dolori, sia diventata una corazza che mi ha difeso nel tempo e alla quale mi sono aggrappata molte volte ma che mi impedisce, in questo preciso momento, di spiccare definitivamente il volo.La nuova vita non cancella il passato, non cancella i problemi, ma so che è un'occasione che ho cercato per anni e che faccio fatica a gustare.

Ho sempre saputo di essere un'ingorda, una fagotatrice selvaggia e una bulimica, assaporare e gustare mi riesce davvero difficile. L'unica cosa che spesso mi interessa, è sapere cosa ingurgito, controllare ciò che ingoio; non mi interessa sapere quanto o come però.

Prendo fiato e mentre credo di riuscire a mettere un piede dietro l'altro, mi accorgo che oggi potrebbe essere il mio primo San Valentino, tutto mio. Il primo giorno in cui, anche avere paura di fallire è una cosa buona. Anche non avere fame per nulla per via dello stomaco chiuso e ribaltato, ci sta. Anche pensare all'orto Clemente e sentirmi mancare per quanto sono incredula, va bene. Anche essere stanca e spossata è una cosa giusta. Semplicemente perché riguarda me e la mia vita o ancor più, perché succede. Sta succedendo.
Goffa come sono, farò di certo casino anche a non fare nulla, ma la prospettiva di crescere ed imparare a vivere diversamente per vivere al meglio anche senza fare nulla, è inebriante al punto che mi gira la testa.
E questa volta non mi interessa nemmeno sapere se è per il mio orecchio matto o per la felicità.
A presto.
Franci.


(Ho cominciato le semine al caldo e appena riesco posto tutto, promesso)

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