9 lug 2012

Gli occhiali di mio padre.

Oltre alla fossetta sul mento, chiamato "marchio di famiglia" mi hai dotato da subito di un paio di occhiali.
Le lenti grandi, la montatura leggera e avvolgente che mi dava un'aria affascinante e un po' snob.
Ci ho messo moltissimi anni a capire che quegli occhiali non erano i miei, ma i nostri, uniti da un filo invisibile che secondo la tua intenzione, mi avrebbero permesso di vedere le cose come le vedevi tu e guardare nella direzione da te scelta.
Volevi che non vedessi ciò che tu volevi nascondere e celare perfino a te stesso e vedevo invece, quello che mi proponevi come unica e incontestabile realtà.
Peccato però che questo era il tuo percorso di vita, ciò che con i nostri occhiali uniti vedevamo non corrispondeva spesso a ciò che io desideravo vedere, conoscere e di cui avevo bisogno per crescere.

Parliamoci chiaro, hai fatto un grosso errore di valutazione e questo è stato il tuo modo di fare il papà.
L'ho capito e col tempo l'ho pure accettato.
Non "vedevi" nemmeno che con il passare del tempo quegli occhiali erano diventati per me pesanti da portare e che ormai non ci vedevo più nemmeno fuori: un po' per pigrizia e sicuramente anche per ribellione; ma tu eri il detentore incontrastato del "potere degli occhiali" e credevi che io non usassi i miei, di occhi: non la contemplavi proprio come possibilità, non la "vedevi" possibile.
Ho visto le cose che desideravi che io vedessi e ho osservato i fatti come mi indicavi tu con una dedizione e devozione immensa, nonostante la ribellione e la pigrizia mi indicassero che non fosse del tutto giusto per me.
Improvvisamente un giorno, uno di quei giorni in cui tutto si ferma e rimani in apnea per non sai nemmeno tu quanto, arrivò la condanna per la mamma.
"Non rimane che qualche mese" dissero.
Anche gli occhi dei medici non videro bene in quel frangente, non lo sapevamo ancora che i mesi sarebbero stati lunghi anni, ma di certo la prospettiva della sua morte era concreta ed era l'unica cosa che ormai "vedevo" insieme alla tua presenza distratta.

Ho tolto i nostri occhiali, li ho scaraventati contro tutto e tutti, mi sono sentita tradita nel profondo: non mi avevi mai parlato di una possibilità così difficile da accettare anche se tu l'avevi vissuta anche troppe volte.
Io che ascoltavo avvolta e cullata dalle tue parole i racconti di povertà, di sofferenza, di riscatto, di fatica, di dolore e di gioia e piacere, pensavo che avessi scontato le pene anche per noi, eravamo in credito col destino, noi.
Invece, dopo essermi liberata di queste lenti fatte anche di menzogne, con molta fatica ho cominciato a capire perchè mi avevi dotato fin da subito delle tue lenti, ho capito che il tuo modo di farmi vedere le cose era un modo per difendere te stesso e anche me.
Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per parlarne, ma ringrazio per ogni secondo che ho vissuto con questa consapevolezza.

Oggi saresti un nonnino di 76 anni, bella classe quella del '36.
Gente che si è costruita tutta una vita dal nulla, gente che nonostante la pancia vuota ha vissuto instancabile di lavoro, sacrifici e "tirando la carretta" per un futuro migliore per se e riservato anche ai propri figli.
"La vecchia scuola", così la chiamavi con orgoglio: un'insieme di strategie di sopravvivenza, un' insieme di manovre per stare a galla dignitosamente e senza bere troppa acqua.

Per molto tempo ho vissuto i miei rapporti sperando di trovare qualcuno disposto ad inforcare gli occhiali a quattro lenti per guardare le stesse cose e nella stessa direzione.
Non l'ho trovato se non per pochissimi istanti: in quei precisi momenti di rabbia e delusione mi sei venuto in soccorso con un nuovo ed elegante paio di occhiali: questa volta non me li hai donati per "controllarmi" ma per lasciarmi libera
Ho potuto scavare a mani nude nella tua voglia di vivere, nel tuo piacere di stare al mondo e prendere ciò di cui avevo bisogno per crescere.
Ho plasmato gli occhiali in un modello tutto mio, la montatura è malleabile al punto che posso tranquillamente mettere le lenti del colore che voglio o decidere di oscurare completamente la mia vista.
Per mia consapevole scelta.

Quello che mi hai lasciato ha un gusto dolce e amaro:  la spinta continua a lottare e a riscattarmi che ho avvertito in questi anni, è frutto anche del ricordo di quei racconti che hai ripetuto fino alla fine.
Ogni cosa vale sempre la pena viverla, consapevoli anche del fatto che alcuni dettagli si possono non guardare: rimanere a galla senza bere troppo.

Quando ti sei arreso, mi hai donato la possibilità di vederti nudo e crudo, nella tua interezza e fragilità, la dignità con cui hai perso la tua umanità nella malattia l'ho potuta vedere da vicino e quando hai tolto gli occhiali per sempre io ho visto il tuo vero splendore.
Cazzo papà se mi manchi...
Non posso dire di non essere ancora incazzata nera con te per avermi mollato: sola con me stessa e tutte le mie paure, con il bisogno di viverti finalmente così puro, dolce e senza filtri. 


Voglio una tua carezza, passami una mano sul cuore e io ti potrò perdonare.

Buon compleanno.


Franci.


12 commenti:

  1. Oddio già ho la lacrima facile oggi! Anche la mia mamma oggi festeggerebbe il compleanno, sarebbero 50! una ragazzina!!! :-) baci baci e auguri di buon compleanno!!!

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  2. prima mi riprendo e poi scrivo... ho le lacrime fino a terra.. e mica si fermano. Da come hai scritto mi pare di essere riuscita a conoscerlo tuo padre...gli hai dato forma con le tue parole e ti ha fatto il regalo piu' bello che un genitore possa fare ad un figlio....un paio di occhiali per riuscire ad andare avanti anche quando tutto sembra crollare. Sei speciale Fra, tvb.
    Taty

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    1. Grazie Taty ♥
      Grazie perchè mi segui e leggi, grazie perchè commenti e perchè ci sei :)))

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  3. ....tu sai che io so che tu sai.

    <3

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  4. Hai scritto delle parole bellissime, aiutano a pensare. I miei genitori sono entrambi sopravvissuti alla malattia, eppure pare che nessuno di noi sia riuscito davvero a far tesoro di quella fortuna. Vorrei poter perdonare, vorrei creare un nuovo tipo di rapporto "tra adulti". Ma mi scontro con il rifiuto e non mi viene niente di meglio che scappare. Temo ci sveglieremo troppo tardi da queste abitudini, ma proverò comunque a mettere insieme qualche buon ricordo prima che non ci sia più il tempo.

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    1. Sai una cosa? Io dico sempre che per me la situazione, per assurdo, è più facile.
      Io elaboro, elaboro, elaboro da anni ed in realtà lo faccio solo nella mia testa senza fare i conti con litigi, lotte o scontri.

      La vera ricchezza è stata, e risulta assurdo pure questo, il vivere 24 ore su 24 la loro malattia condividendone la sofferenza e seguire la trasformazione dei nostri rapporti.
      Il vero lavoro l'ho fatto quando erano vivi ma in bilico, ora si tratta solo di raccogliere tutto ciò che è stato seminato, magari mandare giù qualche rospo ma nulla di più.

      Allora ero annebbiata dalla rabbia, dall'insofferenza e mi ero incattivita molto, anche verso me stessa: poi ho capito che la vita andava avanti comunque e forse potevo trovare un modo per mettere ordine.
      E solo ora, a distanza di poco più di un decennio, mi sento abbastanza in pace con tutta la questione.
      Solo ora mi sento un po' più lucida e ogni giorno scopro qualcosa di nuovo: di me e di loro.

      Mi viene da pensare che se ci sono degli screzi, e lo penso per ogni rapporto, non sia sempre facile limare le differenze, mantenere le giuste distanze e trovare un equilibrio sano.

      Bisognerebbe fare solo ciò che si sente giusto per la propria serenità, per non avere dei rimpianti troppo insostenibili: anche la fuga è una specie di difesa lecita.

      Ora ti sembrerò mia nonna dicendo questo, ma io ci credo davvero:

      male non fare, paura non avere.

      Se una fuga la si fa per istinto di sopravvivenza, non credo che possa diventare un rimpianto e se un gesto lo si compie in buona fede non credo che possa diventare un rimorso.

      Grazie.

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  5. Francy, mi sono persa tanti post ultimamente ma questo non potevo lasciarlo andare... ♥
    Ad ogni post ti conosco un po' di più e sei proprio una grande persona.

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  6. Oh Fra..bella che sei

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  7. ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto di quanto tu sia una persona semplicemente meravigliosa e ti invidio un pò ... vorrei essere bella così come lo sei tu!
    katy3117

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